È ormai passato più di un anno da quando sono state attivate le restrizioni per il coronavirus e, in particolare, la quasi impossibilità di viaggiare. Paradossalmente, proprio quest’ultimo fattore ha portato a un maggiore interesse verso l’acquisto di barche a vela e a motore. Perché?

Innanzitutto, dato lo stop prolungato dei flussi turistici, si è allargata la fascia di reddito di chi può permettersi una barca, la cui domanda, in certi cantieri, arriva a «doppiare l’offerta»: i soldi risparmiati nei viaggi vengono reinvestiti nella spesa di un bene in cui rifugiarsi. Inoltre, un’altra importante variabile è di tipo sociologico: per le vacanze future ci si garantisce la possibilità di stare in mare aperto o su delle isole, distanziandosi quindi da altre persone e passando del tempo con la propria famiglia senza avere contatti con estranei.

I numeri per il 2021

Come riporta la terza edizione di Monitor, il rapporto statistico realizzato dall’Ufficio Studi di Confindustria Nautica con la collaborazione di Fondazione Edison e Assilea e il patrocinio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le imprese dell’industria nautica sembrano mostrare una maggiore fiducia rispetto al 2020.

Per il settore delle unità da diporto oltre due aziende associate su tre indicano una crescita rispetto al precedente anno nautico, con soltanto il 7% del campione che indica invece una possibile contrazione. Per il segmento accessori/motori il 41% dei rispondenti segnala una crescita e il 49% una stabilità. Nell’ambito delle attività legate al turismo nautico si registra una distribuzione più positiva rispetto al consuntivo 2020: 44% crescita e 50% stabilità per marina e servizi, 50% crescita e 26% stabilità per il settore del charter.

 

Fonte: Indagine statistica Ufficio Studi Confindustria Nautica – dicembre 2020

Fonte: Indagine statistica Ufficio Studi Confindustria Nautica – dicembre 2020

 

È importante sottolineare che i dati, in particolare per il charter, si riferiscono a un confronto con la peggiore stagione degli ultimi 20 anni e che una previsione di crescita non potrà senz’altro corrispondere a un ritorno ai livelli pre-Covid.

Conclusioni

La barca a vela sembra quindi essere un’ottima alternativa di investimento di questi tempi, dove il turismo diventa sempre più consapevole, sostenibile ed esperienziale. Potrebbe quindi rispecchiare la tendenza anche di questa “nuova generazione” di amanti delle vacanze in barca a vela e del mondo che ci sta attorno?

 

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