Il winch è lo strumento che più di ogni altro ha reso possibile la vela moderna. Si tratta di un dispositivo che aiuta a gestire le manovre delle vele e che permette di moltiplicare la forza esercitata su drizze, scotte e cime d’ormeggio riducendo gli sforzi.

Storia del winch

Già nel quarto secolo alcune fonti riportano che i primi winch venivano impiegati per fissare i cavi dei primi ponti galleggianti e in edilizia.

L’utilizzo nella nautica arriva però nei primi anni del ‘900 grazie al progettista americano Nathanael Herreshoff che li introdusse durante la progettazione e costruzione del Reliance nel 1903. Trattandosi di una barca di 60 metri, nonché del più grande defender che partecipò alla Coppa America, risultò fondamentale introdurre un ausilio alle manovre.

Ma una data rivoluzionaria nella storia del winch è il 1967, anno in cui il sig. Lasko, inventò il winch self-tailing.

Come funzionano i winch?

Il meccanismo tramite cui funziona il winch in realtà è molto semplice e sfrutta due principi. Il primo dipende dalla maniglia che viene impiegata per farlo ruotare: più è lunga, maggiore sarà la leva che applichiamo al winch. Il secondo invece dipende dalle “marce”.

All’interno del winch sono presenti degli ingranaggi e, quando la maniglia viene ruotata, la forza applicata viene moltiplicata proprio in base alla dimensione di questi ultimi. Sulla maggior parte delle barche sono installati winch a uno o più marce. Più raramente, in genere su barche da regata, si trovano winch con tre o quattro marce, ma sono accessori abbastanza costosi.

Tipologie di winch

Esistono varie tipologie di winch in commercio che differiscono in base alla loro costruzione, al materiale e alle tecnologie impiegate.

Una prima distinzione può essere fatta tra winch con o senza self-tailing.  I winch senza self tailing si presentano semplicemente con il tamburo (o campana) e sono stati i primi a comparire sul mercato. Oggi si vedono solo sulle barche più datate o su alcune imbarcazioni sportive. I winch con self tailing oltre al tamburo su cui girare la cima, hanno una particolare ghiera che permette di cazzare le scotte semplicemente girando la maniglia, senza doverle contemporaneamente trattenere con le mani. Questo permette una grande comodità, soprattutto sulle barche da crociera o quando si naviga con equipaggio ridotto, ed attualmente sono i più diffusi.

La secondo distinzione fra i vari winch è data dal materiale. La maggior parte dei winch attualmente installati sulle barche a vela sono in alluminio anodizzato, essendo quello con il miglior rapporto qualità/prezzo, considerevolmente duraturo e leggero. Un altro materiale particolarmente diffuso è il bronzo cromato, leggermente più pesante ma più resistente rispetto all’alluminio e leggermente più costoso. C’è poi l’acciaio inossidabile che però è una fra le soluzioni più costose in termini economici, il carbonio, e vari moderni materiali compositi.

Per quanto riguarda la distinzione in base alla tecnologia impiegata, negli ultimi anni stanno prendendo piede, soprattutto sulle barche da crociera, i winch elettrici. Inutile far notare la comodità di un tale strumento, in particolare su barche di una certa dimensione si riesce a rendere meno impegnativa la gestione delle scotte o delle drizze, soprattutto in condizioni di equipaggio ridotto, lasciando maggiori energie per godere appieno delle emozioni della navigazione a vela. Una nota va dedicata anche ai winch idraulici, presenti solo su imbarcazioni particolarmente grandi, e che richiedono un impianto idraulico specificamente progettato e dedicato.

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